Ieri c'è stata la prova scritta di italiano, quello che una volta si chiamava semplicemente "tema".
C'erano quasi tutte le tipologie dell'esame di maturità ma ho sempre preferito i saggi. Mi piace l'idea di trasmettere la mia opinione senza farlo in maniera eclatante, semplicemente nascondendola sotto un velo leggero di righe troppo fitte.
Questa volta però le tematiche trattate non mi hanno colpito affatto: il classico saggio sugli ufo e quello meno scontato sulla scienza. Nonostante ciò, non ho minimamente preso in considerazione l'analisi del testo perché non mi sono mai piaciute.
Il tema, il tema era geniale. Credo fosse la traccia dell'esame di tre anni fa: parlava di Andy Warhol e della sua affermazione "tutti nel futuro avranno 15 minuti di fama".
La traccia mi piaceva tanto ma lì per lì non avevo idee. Credo di aver riflettuto più sul tipo di fama dato dai mass media, effimera, quasi rappresentasse la possibilità delle "persone comuni" di diventare famose.
Mi sembrava una falsa speranza mentre ci pensavo, continuavo a paragonarla agli Hunger Games: una persona viene estratta e diventa famosa agli occhi di tutti finché rimane in gioco; subito dopo verrà poi dimenticata.
Forse c'entra poco, però è stata un'associazione spontanea che mi ha fatto pensare. Comunque, da lì, è impossibile non pensare al controllo che i media esercitano sulle persone.
Alla fine, non siamo ancora ai livelli di Orwell e della sua società descritta in 1984, ma come si può negare di essere tenuti sotto controllo? Con quanta facilità tutti possono tenere sottocchio gli altri?
Sono ormai stanca per pensarci ora, forse ci sarà ancora tempo per parlarne.