Sono completamente esausta. E non è soltanto colpa di educazione fisica!
È già qualche giorno che mi sento così, mi fanno male tutte le ossa, come se fossero "incriccate" e dovessi farle scrocchiare tutte contemporaneamente.
La schiena, la schiena soprattutto, mi sta dando un sacco di problemi. Dal nulla sento delle stilettate perforarmi la carne che mi fanno saltare sulla sedia.
Mi sono addormentata un'oretta sul divano durante il pomeriggio: quanto mai! Intontita dal sonno non ancora tutto recuperato, mi faceva male tutto, perfino la lingua.
Comunque sia, la verifica di scienze è saltata; o meglio, è stata fatta saltare. Che cosa rara che i miei compagni vogliano spostare verifiche per poi non studiare nemmeno per la volta successiva -credo il tono ironico forse non sia molto ben recepibile, ma ci tengo a sottolineare che lo è in questo caso-.
Due hanno voluto farsi interrogare oggi, altri andranno lunedì. Io ho sempre preferito le verifiche di scienze scritte perché se un termine non tu viene puoi ripensarci con calma senza essere penalizzato e i voti sono più alti quindi il mio turno sarà venerdì prossimo.
Come la Necknomination impazza sui social network, nella mia classe è scoppiata la mania del "hai il coraggio di..?". In breve, vengono proposte penitenze indirizzate ai partecipanti (della serie "hai il coraggio di metterti a urlare durante la lezione/ alzarti e sbattere la porta/ passare sotto i banchi?") e, ovviamente, nessuno rifiuta mai.
Sono anche molto fantasiosi perché si inventano di quelle scuse per adempire ai loro compiti che nemmeno delle spie sotto copertura potrebbero escogitare.
Non mi posso lamentare di ciò che fanno, "siamo una classe", sopporto, tento di seguire la lezione ma non pretendo che smettano. Sarebbe inutile chiederlo e si verrebbe a creare l'ennesimo caso nazionale. Tutto va bene, finché però non vengono a disturbare me.
Perché non possono semplicemente farsi i cavoli loro e lasciare che io stia nel mio? Al vedere come mi sono alterata quando mi è stato lanciato lo straccio lurido della lavagna, le penitenze sono diventate cose come "vai e chiudile il quaderno mentre prende appunti" oppure "mentre è alla lavagna mettile il codice al'ipad".
Fatto sta che, suonata la campanella a uscita da quel delirio, mi sarei messa a piangere dalla voglia che mi hanno messo di cambiare scuola. Ero talmente esasperata che avrei abbandonato persone a cui tengo molto e tutto il percorso costruito in quattro anni pur di liberarmi dalla loro idiozia.
Mi arrabbio spesso ma, di solito lo do poco a vedere, reprimo la rabbia e vado avanti perché con certe persone è l'unica cosa da fare. Ecco perché devo scrivere per sfogarmi.
Non ho intenzione però di cedere per colpa loro. Sono loro quelli fuori posto, non io. Sono loro quelli che vengono perché "devono", non io. Sono loro quelli immaturi che non riescono a capire "l'abîme d'ignorance" in cui sono. Sono loro quelli che dovrebbero andarsene -in un modo o nell'altro-, non io.
Io amo imparare nonostante lo studio a volte mi pesi; mi fa sentire bene conoscere, ragionare, scoprire; mi esalto quando scopro qualcosa a cui non avevo mai pensato. Non sono io quella che se ne deve andare, voglio il mio "diritto allo studio".
“Ma tesoro, questo non è il Paese delle Meraviglie e tu non sei Alice.”