"Scrivo per darmi forza. Scrivo per essere i personaggi che non sono. Scrivo per esplorare tutto ciò di cui ho paura."
Credo che Whedon abbia ragione, in tre frasi ha raccolto tutte le motivazioni che mi spingono a scrivere.
Qualche settimana fa, la mia professoressa di italiano, mi consigliò di tenere un diario per annotare tutti i miei pensieri; mi disse che mi avrebbe fatto bene, che sfogarmi finalmente mi avrebbe dato sollievo e che, conoscendomi, era proprio ciò di cui avevo bisogno.
A volte sento la necessità di scrivere, magari senza sapere cosa o dove arrivare, solo lasciare che i pensieri fluiscano su di un foglio bianco.
Ci vuole forza a scrivere ma questo ci ripagherà dandoci altro sostegno, come un serpente che si morde la coda, un cerchio senza inizio né fine.
Quando si scrivono, sul foglio ingiallito o sullo schermo luminoso del telefono, i propri pensieri sembra quasi di diventare intoccabili, e, coscienti di questa forza, si possono esplorare sempre più a fondo le paure che ci terrorizzano.
Essere intoccabili e vulnerabili al tempo stesso, essere chiunque si voglia essere, dare e contemporaneamente ricevere, essere tutti e uno soltanto: queste forse le ragioni che mi spingono a continuare.