Deve essere stato il primo venerdì di scuola dall'inizio dell'anno in cui, finalmente, mi sono sentita serena.
Educazione fisica mi ha sorpreso con due -inaspettate ma sempre benaccette- ore di teoria riguardo l'alimentazione. È sempre bello quando queste cose accadono, nonostante si prospetti una ricerca con PowerPoint per la settimana successiva.
Terza ora verifica di scienze; credo sia andata bene, forse anche le domande a crocette che, fin troppe volte, traggono in inganno.
Ieri ho preparato una "minitorta" per il compleanno della mia compagna di banco che domenica fa i "famigerati 18". Se penso che ai miei mancano sei mesi mi deprimo ancor di più. Devo ammettere che questa volta è uscita proprio bene: il pan di Spagna soffice soffice, bagnato da succo di fragole e latte, crema chantilly e riduzione di fragole. Il tutto avvolto in pasta da zucchero rosata.
Spagnolo è scivolato tranquillamente mentre la madrelingua di francese anche oggi non c'era; inizio a credere che diserti pur di non stare con noi. Anche fisica è passata con l'esposizione delle varie ricerche sul suono.
E pensare che soltanto durante gli ultimi cinque minuti dell'ultima lezione noto una scritta sul profilo del mio banco. Lì per lì non ci credevo: "Rubbergirl" scritto a chiari lettere al mio posto.
Mi sembrava di essere stata "identificata", "segnata", come la "A" scarlatta cucita sulle vesti di Hester Prynne. Peccato che lei, però, quel marchio, tanto crudele da bruciare quasi la pelle su cui era stato posto, lo mostrava con orgoglio al mondo.
"Rubbergirl", è ciò che sono e non ho intenzione di tirarmi indietro.