Ogni tanto mi chiedo cosa facciano le persone che non sono più nella mia vita, come vivano, cosa stia accadendo loro, se ci sia stata una svolta nel loro percorso dal momento in cui io non ne facevo più parte.
Non nel senso da identificarmi come uno "spartiacque" che ha cambiato le loro vite, solo che se fosse davvero successo, per una singola persona, -nulla di eclatante, semplicemente una "svolta" che viene considerata importante da chi la vive- credo avrei raggiunto l'obiettivo della mia vita.
Non che abbia mai realmente pensato di porre "cambiare la vita di qualcuno" nella lista della mia Felicità prima d'ora, ma lo è diventato nell'istante in cui ho iniziato a scrivere stasera.
Credo che, anche rimanere un semplice ricordo da raccontare durante una sera al bar, abbozzando un sorriso perché, seppur dai contorni offuscato, rimane un'esperienza diversa e forse divertente, sia sufficiente per accontentarsi.
Facebook ormai ci tiene informati su tutti i nostri "amici", magari sono persone che abitano nella via accanto alla tua ma che non hai mai visto, forse sono i tuoi compagni di asilo, forse sono sconosciuti di cui non conosci nemmeno l'esistenza se non fosse per quella richiesta accettata. Bastano i 12 secondi di ricerca per scoprire tutto ciò che si vuole sapere sul presente e sui trascorsi che una persona ha voluto condividere con il mondo.
Ma chi si è rifiutato di aderire a questa moda, quei fortunati che non sono caduti in questa trappola da cui è impossibile uscire? A quel punto c'è poco da fare per sapere come stanno e cosa succede, non è più così semplice intrufolarsi nelle loro vite senza farsi notare.
A volte mi piacerebbe contattarle, scambiare qualche parola, semplicemente sapere come stanno, nulla di più. Poi penso che non dovrei interrompere il corso degli eventi e che se ci dovessimo incontrare di nuovo succederà.
Spero si ricordino ancora di me, non per qualcosa in particolare, semplicemente come io mi ricordo di loro; perché mi ricordo di Tutti loro.